giovedì 10 maggio 2012

IL TERREMOTO: UNA QUESTIONE ANTICA



Il terremoto (dal latino tèrrae mòtus = movimento della terra ) o sisma ( dal greco seismòs = scossa ) è una vibrazione brusca e violenta di parti della crosta terrestre che trae origine da una zona del sottosuolo, in cui si era andata nel tempo accumulando energia. Interessante è scoprire come fin dall’antichità venisse giustificato ed affrontato un tale catastrofico avvenimento. In tempi lontani il terremoto veniva ricondotto a superstizioni, credenze e rituali magici, che richiedevano ogni sorta di penitenza e addirittura sacrifici umani molto cruenti, il tutto accompagnato dalla constatazione che la terraferma così ferma poi non fosse, andando perduta in pochi attimi la massima fiducia nella sua solidità e stabilità. Nell’antichità il minimo movimento della terra veniva visto quale presagio di disastri maggiori, a volte addirittura preavviso di più dolorose e catastrofiche calamità che stavano per sconvolgere tutta la terra.
Erano gli indovini ed i sacerdoti che, esaminando l’evento, stabilivano penitenze e sacrifici, anche per scongiurare futuri cataclismi di origine naturale, politica e sociale. Alcuni popoli primitivi hanno cercato di dare una interpretazione logica al fenomeno, tenendo conto, a volte, nei loro resoconti anche di criteri astronomici, legati all’origine della terra e del Cosmo. Si parlava, secondo tali miti, di animali mostruosi che vivevano sotto terra e i cui movimenti, a volte irruenti, comportavano il manifestarsi del terremoto. In questo senso la mitologia Indù immaginava la presenza di otto possenti elefanti a fare da pilastri alla Terra; se e quando uno di loro si stancava, scuoteva la testa, provocando il tremito della terra. Anche altri animali avevano l’oneroso compito di portare la terra sul dorso; si trattava di una tartaruga acquatica o di un enorme pesce-gatto, che viveva insabbiato nei fondali marini, da dove ogni tanto, agitandosi, produceva un sussulto della terra sovrastante. Tra le numerose leggende che popolavano le menti dei nostri antenati c’era anche un mito di natura erotica.
Esso riteneva che un focoso gigante, che viveva nelle viscere della terra, quando decideva di accoppiarsi con la sua amata generava un terremoto, tanto era forte ed incontrollabile il suo desiderio.
Con il passare dei secoli in molte culture mitologiche si andò affermando il concetto di divinità, tanto che per esempio i membri di un’antica tribù peruviana pensavano che, quando il loro Dio visitava la terra per contare e controllare gli uomini presenti, la pesantezza e la goffaggine dei suoi passi facevano tremare il suolo. Per facilitare il suo compito i cittadini uscivano di corsa dalle case gridando frasi del tipo << sono qui, sono qui …! >> introducendo la buona usanza di abbandonare le fragili abitazioni in caso di terremoto. Secondo una credenza religiosa, la salvezza dal terremoto consisteva in sacrifici umani, praticati dalle tribù primitive, nonché successivamente dai Romani e da molte popolazioni europee, fino all’età cristiana. In questo ultimo caso, il terremoto veniva esorcizzato ed affrontato con la preghiera, il digiuno, l’elemosina e qualsiasi altra rinuncia di carattere personale.
Tale evento veniva comunque interpretato non quale evento naturale, ma quale una terribile forza distruttrice creata da Dio per punire gli uomini dei loro peccati.

AMBITO FILOSOFICO






I filosofi greci, le cui spiegazioni furono ritenute valide fino a tempi recenti, individuarono nei quattro elementi la causa prima dei terremoti. Ad esempio, Talete immaginava che la Terra galleggiasse sull’acqua ed i terremoti non fossero altro che il riflesso del moto ondoso. Per altri studiosi, la causa dei terremoti era da ricercarsi nell’aria, nel fuoco interno al pianeta o addirittura nella secchezza della terra. Aristotele affermava che gli improvvisi movimenti della terra erano provocati da esalazioni secche racchiuse al suo interno, che cercavano in maniera violenta e repentina una via d’uscita. In anni molto recenti, grazie ad approfonditi studi geologici, è stata chiarita l’origine dei terremoti. Per quanto riguarda invece la loro previsione, molti dei segni premonitori indicati dagli antichi erano direttamente collegati alla superstizione e ad antiche credenze popolari, che trovano oggi una spiegazione scientifica coerente.
L’acqua dei fiumi e delle sorgenti che si tramutava in sangue non era altro che un fenomeno di naturale arrossamento delle acque dovuto all' eccezionale intorbidamento delle falde acquifere. Inoltre gli antichi conoscevano bene il fatto che gli animali percepissero anticipatamente l’avvicinarsi del terremoto, reagendo ad esso con un atteggiamento anomalo. La scienza non ha mai voluto veramente tenere conto dell’insolito atteggiamento degli animali prima di forti avvenimenti sismici, anche se, negli ultimi tempi, in Cina ed in Giappone tale osservazione è stata inserita nel novero degli eventi precursori dei sismi con risultati confortanti.