giovedì 26 maggio 2011

Terremoto satirico

  Una raccolta di vignette satiriche sul terremoto dell'Aquila.

Terremoto: Istruzioni per l'uso

Il terremoto è pericoloso non tanto per il movimento della terra, bensì per la caduta di oggetti, edifici, o parte di essi, che il sisma può provocare.
Al contrario di molte parti del mondo, dove vi è un’elevata consapevolezza del rischio di terremoti e vengono periodicamente fatte esercitazioni e simulazioni, in Italia, paese altamente sismico, la maggior parte delle persone non saprebbe come comportarsi durante una scossa sismica, dove rifugiarsi in sicurezza in attesa che questa finisca e come agire dopo.
Il sito della protezione civile suggerisce queste procedure:
-          In caso vi troviate in casa, riparatevi nel vano di una porta inserita in un muro portante, sotto un tavolo robusto oppure sotto una trave: in questo caso sarete protetti da eventuali crolli sia di oggetti sia di parti di muratura. State lontano da lampadari e finestre e cercate di coprirvi il capo con qualche oggetto morbido (asciugamano, cuscino…)
-        Non fatevi prendere dal panico precipitandovi sulle scale, perché potrebbero crollare, o nell’ascensore, che si potrebbe bloccare.
-        Uscire all'aperto è molto rischioso, a meno che non vi troviate al piano terra, di fronte ad un’immediata via d'uscita. Se così non fosse, restate nel luogo in cui vi trovate e cercate un riparo sicuro attorno a voi.
-           In caso siate in macchina, allontanatevi da ponti e da gallerie, perché potrebbero cedere.
-          In caso vi troviate all’aperto, state lontano da costruzioni e linee elettriche, da spiagge marine o da laghi, perché il terremoto potrebbe provocare uno tsunami.
-          In generale, evitate di usare telefono o automobili per non intralciare i soccorsi.
Queste sono, in sintesi, le norme di comportamento in caso di terremoto. E’ importante ricordare che esistono anche norme preventive, come conoscere la struttura della propria casa, valutarne i punti più pericolosi, avere una pila e riporla in un luogo facilmente accessibile, imparare ad usare interruttori di gas, luce e acqua, assicurarsi che caldaie, lampadari e armadietti siano ben saldati al muro e molte altre.

venerdì 8 aprile 2011

Storia di terremoti


Il terremoto del 6 aprile 2009 non è stato certo il primo che ha  colpito la città dell’Aquila, e  non di tutti è possibile ricostruire le dinamiche per la scarsa documentazione; tuttavia a partire dal XIV secolo, pochi decenni dopo la fondazione della città, i principali eventi sismici sono stati:

Dicembre 1315: 

-       Magnitudo (Mw) 5.6
-       le scosse durarono quattro settimane
-       secondo le fonti non ci furono morti, ma molti edifici vennero danneggiati e rimasero inagibili per molto tempo, la popolazione visse in costruzioni di fortuna per circa un anno.

Settembre 1349:

-       Magnitudo (Mw) 5.9
-       le scosse interessarono tutta l’area dell’Appennino centrale;
-       vennero sbrecciate le mura e distrutte alcune chiese; tra tutte le città coinvolte (L’Aquila, Isernia, Viterbo, Sulmona) ci furono circa 2.500 morti e molte delle città gravemente colpite rimasero quasi disabitate per un breve periodo.

Dicembre1456:

-       Magnitudo (Mw) 7.2
-       le scosse interessarono tutto l’Appennino centro-meridionale
-       il terremoto causò migliaia di vittime tra Irpinia, Matese, Sannio, Napoli, Abruzzo
-       a L’Aquila crollò la torre di piazza Palazzo e gli edifici riportarono solo lievi danneggiamenti (perlopiù crepe).

Novembre 1461:

-       Magnitudo (Mw) 6.4
-       i danni e i crolli furono notevoli e riguardarono circa un quarto degli edifici dell’Aquila; le vittime furono circa 150
-       il terremoto fu poco profondo perché interessò una zona relativamente ristretta attorno alla città dell’Aquila .

Nel corso del Seicento numerosi terremoti abbastanza forti colpirono l’area appenninica fra l’aquilano e il reatino, in particolare la zona fra Montereale e Amatrice, con danni leggeri anche a L’Aquila; si ricordano in particolare i terremoti del 1639, del 1646 e del 1672.

Febbraio 1703:

-       Magnitudo (Mw) 6.7
-       il terremoto fu preceduto da una violenta sequenza nell’area di Norcia; l’evento aquilano fu molto violento e interessò anche l’area di Paganica
-       l’Aquila, già danneggiata dal terremoto di gennaio,  ebbe circa 2500 morti.

Novembre 1706:

-       Magnitudo (Mw) 6.8
-       colpì il territorio fra Abruzzo e Molise, e in particolare l’area di Sulmona
-       danni meno gravi si ebbero nell’area fra L’Aquila, Chieti e Isernia; le vittime furono circa 2500.

Ottobre 1762:

-       Magnitudo (Mw) 6.0
-       il terremoto produsse danni moderati a L’Aquila e molto gravi a Castelnuovo e Poggio Picenze, ove si ebbero alcune vittime.

Durante tutto il secolo altri  terremoti colpirono le zone dell’Italia circostanti l’area del capoluogo  abruzzese, causando conseguenze più o meno disastrose.

Gennaio 1915:

-       Magnitudo (Mw) 7.0
-       l’epicentro fu ad Avezzano, che venne distrutta (10.700 morti su circa 13.000 residenti) insieme a quasi tutto il territorio della Marsica; il sisma interessò anche una parte del Lazio meridionale
-       il numero delle vittime fu altissimo: circa 30.000.

Settembre 1933:

-       Magnitudo (Mw) 5.9
-       il sisma fu particolarmente violento nella zona della Maiella
-       le vittime furono 12, e in totale furono 65 i comuni colpiti dal sisma parzialmente o totalmente danneggiati.

Ottobre 1943:

-       Magnitudo (Mw) 5.8
-       un terremoto colpì le Marche e l’Abruzzo, e in particolare la provincia di Ascoli Piceno, ove i danni furono molto gravi
-       la concomitanza della guerra rese difficilissima la situazione degli sfollati.

mercoledì 6 aprile 2011

Aquila:in strada per ricordare il terremoto

Esattamente un anno fa, il 6 aprile 2009, un terremoto devastante ha colpito l’Aquila, e ha portato via, insieme alle case, ai muri, agli affetti, il futuro.
E oggi, il 6 aprile 2010, a un anno di distanza la situazione non è migliorata. E’ vero, circa 23.000 persone risiedono negli alloggi, fatti costruire per gli sfollati, ma più di 37.000 sono le persone ancora assistite.
Mentre in Giappone, dopo sei giorni, è stata ricostruita un’autostrada, il centro storico dell’Aquila è pieno di rovine e macerie. Colpa, per alcuni, del governo, che non ha saputo gestire la situazione nel migliore dei modi. La fede delle persone, la loro speranza sono ancora vive e forti, e questa notte, esattamente allo stesso orario in cui il terremoto ha colpito gli aquilani, alle 3:32, si sono riunite in una fiaccolata in 20.000, per ricordare quel evento terribile, che ha portato alla morte di 309 cittadini.
Attraversando quel che resta della città, il corteo, aperto dalle  bandiere dell'Aquila e del Giappone,  nazione che ha dato un notevole contributo di solidarietà, si è spostato dalla Fontana Luminosa,fino alla casa dello studente, per arrivare nel centro della città.
Tra i manifestanti era presente il capo della protezione civile, Franco Gabrielli.
Oggi è atteso l’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta, che parteciperanno, alle 12, alla messa solenne di suffragio, che sarà celebrata dall’arcivescovo Giuseppe Molinari nella Basilica di Collemaggio.
Molte sono le associazioni venute per discutere di sicurezza e legalità nella ricostruzione. Ad un anno di distanza, gli aquilani sperano in un intervento definitivo, che possa portare alla ricostruzione della loro città, delle loro case, delle loro vite.

Lorenzo Sebastiani


Lorenzo Sebastiani, nato a L'Aquila il 28 settembre, fu un rugbysta a 15 italiano, pilone dell’Aquila. Crebbe nelle giovanili del locale club. Esordì in Nazionale U-18 nel 2005 e con essa partecipò al campionato FIRA di categoria, giungendo fino al terzo posto finale. Successivamente, con l’Under-19, vinse la divisione B del campionato del mondo di categoria. Il suo esordio nella massima divisione del nostro campionato di rugby risale al 23 dicembre 2007, contro il Badia.
Nell'elenco dei morti del terremoto d’Abruzzo del 6 Aprile 2009 c'è anche il suo nome. E tutto il movimento del rugby italiano pianse il ventenne pilone dell'Aquila e promessa azzurra. È scomparso la notte stessa del terremoto sotto le macerie di un palazzo del centro storico del capoluogo. Era andato a trovare degli amici; se fosse tornato subito a casa sua, fuori città, ora sarebbe lì con i suoi compagni a scavare e aiutare i sopravvissuti.


Alla sua memoria è stato intitolato dalla Federazione Italiana Rugby il ramo centro-meridionale dell’Accademia Federale Under-18, che ha sede a Roma, presso il centro sportivo delle Fiamme Oro a Ponte Galeria.

Sport e solidarietà

Anche lo sport non riuscì a rimanere indifferente. Troppo grande la tragedia, troppo grande per farsela scivolare via così, come se nulla fosse successo.
Fermarsi a riflettere fu inevitabile; ogni atleta si sentì in dovere di capire, cercando di comprendere ciò che era successo: dal calcio, al ciclismo, passando per la Formula 1 fino al rugby, tutti misero in atto azioni concrete di solidarietà. Iniziative ed eventi benefici per raccogliere fondi economici per la ricostruzione, azioni di volontariato sul territorio, misure concrete insomma, non belle, ma vacue parole.
Questa catena di solidarietà è stata innescata dall’intervento immediato dei giocatori dell’Aquila Rugby, che hanno aiutato i soccorritori nelle primissime operazioni di soccorso e ricerca dei dispersi, tra cui il loro amico e compagno Lorenzo Sebastiani.
Da qui le iniziative si sono moltiplicate, coinvolgendo rapidamente tutto il resto del mondo sportivo italiano.
Per il calcio ricordiamo il cordoglio della AS Roma, la disponibilità degli Inter Club ad aiutare sul posto i tifosi interisti coinvolti, e per finire il sostegno economico, dato dal Milan Golf Tour, che ha devoluto parte del ricavato alle popolazioni colpite.
Jarno Trulli, ex pilota di Formula 1, abruzzese di nascita, appena rientrato dalla Malesia, dove aveva disputato un Gran Premio, dichiarò di essere vicino ai suoi conterranei e profondamente scosso dalla catastrofe e si attivò subito per la fondazione dell’associazione “ Abruzzo nel cuore”, con la quale ha continuato a dare il suo contributo per la ricostruzione.
Anche il giro d’Italia, nel 2010, ha reso omaggio alle zone colpite, facendo terminare una tappa all’Aquila.
A prescindere da ciò che si è riuscito a realizzare, queste sono state tutte iniziative importanti, perché hanno evidenziato una sensibilità e una presa di coscienza non così scontate e che sono andate oltre le semplici dichiarazione di facciata.

giovedì 3 marzo 2011

Dal terremoto non si smette mai di fuggire: continua ad essere presente

Dal Cristianesimo ad oggi, con l’avvento del metodo scientifico e di studi più approfonditi in materia di geofisica, la previsione sistematica e razionale dei terremoti non dipende più dalla magia e dall’approssimazione, ma da sperimentazione scientifica, ottenendo, in questo modo, anche qualche discreto successo; tuttavia, è bene ricordare che ciò avvenne solo di recente.
Infatti, l’analisi di alcuni fenomeni fisici, come l’allineamento dei pianeti o il comportamento insolito di alcuni animali, non può essere considerata un valido parametro per prevedere un terremoto.
Così si è giunti a ritenere indispensabile raccogliere sul territorio dati fisici in modo continuo e molto più preciso del passato. I risultati di queste ricerche furono resi noti in occasione di un congresso internazionale che si tenne a Mosca agli inizi degli anni 70.
Dalle ricerche effettuate in seguito a questo convegno, dal momento che gli spunti d'indagine emersi a Mosca erano numerosi, si scoprì che l’inclinazione e il sollevamento del terreno prima di un sisma sono il risultato dell’aumento di volume delle rocce a causa delle infiltrazioni d’acqua e d’aria.

Grazie a informazioni di tal genere, nei decenni successivi si elaborarono numerose teorie che potrebbero permettere di prevedere un sisma, come il monitoraggio dei parametri chimici del sottosuolo e delle falde acquifere; tuttavia, alcune di queste non sono considerate rigorose dalla comunità scientifica, come l'ipotesi proposta da Raffaele Bandandi, uno pseudo-scienziato autodidatta, secondo cui i terremoti, come le maree, sono dovuti all'influenza della Luna e degli altri pianeti sulla crosta terrestre, oppure quella di Giampaolo Giuliani, che basò i suoi studi sull'emissione di Radon.
Perciò, attualmente è quasi impossibile prevedere un terremoto, se per “previsione”  si intende la conoscenza della precisione del momento, dell’intensità e del luogo in cui si verificherà il sisma. Tuttavia, esistono metodi di prevenzioni di tale eventi, che esplicano i comportamenti che bisogna tenere prima, durante e dopo un terremoto. Comunque, il sisma è un evento che ti sconvolge, che ti cambia dentro. Perciò, a tale proposito, trascrivo la testimonianza di un uomo che ha vissuto sulla sua pelle che cosa significhi il terremoto: “Al terremoto sono sopravvissuto. Ma dal terremoto non si smette mai di fuggire. Continua ad essere presente. Ogni volta t’irrigidisci e per un momento ti chiedi se quella che avverti è una scossa di terremoto, tocchi una parete per cercarne i minimi sussulti. Il terremoto è un insegnante. T’insegna che nulla è sicuro, che in ogni istante si può perdere tutto. E te l’insegna con una sola, brevissima, lezione”.

Dal terremoto non si smette mai di fuggire: continua ad essere presente

Il terremoto è una vibrazione improvvisa della crosta terrestre. Le scosse sismiche, dette anche scosse telluriche, dal latino Tellus, la dea della Terra, esistono da sempre e sempre ci saranno. Pericolo costante che mina l’integrità del pianeta e l’incolumità dell’uomo, il terremoto è, dall’inizio della storia umana, una delle più grandi paure di tutti. Al giorno d’oggi è noto che i terremoti avvengono principalmente nei dintorni di zone sismologicamente attive, dove le zolle, muovendosi, lasciano fuoriuscire lava ed altre sostanze attraverso i vulcani. Gli antichi, invece, vedevano nel terremoto lo scuotersi dei titani imprigionati all’interno del mondo. Inizialmente, infatti, cercavano di spiegare questo fenomeno attraverso dei miti, con i quali cercavano di mettere in ordine e trovare un significato nel caos che questi eventi sismici provocano. Si credeva che Poseidone, dio delle acque, irascibile e vendicativo, dimostrasse il proprio potere scuotendo i monti e le valli del Peloponneso, attraverso un tridente, terrorizzando così gli uomini, che compivano numerosi sacrifici in suo onore. Per gli antichi Romani, invece, i terremoti erano segni di avvenimenti che si sarebbero verificati da lì a poco. Con il procedere del tempo, la saggezza popolare è andata sempre più a confondersi con la superstizione: alcune insolite migrazioni di animali venivano interpretate, infatti, come un avvertimento. Oppure è famosa la storia di Colapesce, giovane siciliano, amante del mare, che, per recuperare un oggetto prezioso, si tuffa e non riemerge più dalle acque. La leggenda narra che esso sia ancora negli abissi a sorreggere la città di Messina per renderla indistruttibile da qualsiasi terremoto. Con l’avvento del Cristianesimo, infine, aumenta la credibilità nella magia e le scosse sono ritenute punizioni per il martirio di santi o la persecuzione degli uomini credenti.

Domani 21/04/09 - Artisti uniti per l'Abruzzo


Si parla e si è parlato tanto di come sarebbe stato possibile prevedere il terremoto che ha colpito L’Aquila il 6 aprile 2009, ma, nonostante tutte le polemiche che sono state sollevate, bisogna affrontare la realtà di una città distrutta che sta cercando, grazie alla forza dei suoi abitanti, di tornare a vivere.

La saggezza popolare inglese ci suggerisce che “prevention is better than cure”, ossia che prevenire è meglio che curare, ma è anche vero che ora si può solo cercare di aiutare i terremotati. Come fare?
L’associazione “Artisti uniti per l’Abruzzo” ha trovato una soluzione, almeno per quello che li riguarda direttamente: la musica.

Questo singolo è stato messo in vendita con l’intento di raccogliere fondi per la ricostruzione, il consolidamento e il restauro del Conservatorio “Alfredo Casella” e della sede del Teatro Stabile d’Abruzzo dell’Aquila.
Per renderci conto di quanto ha fatto e di quanto ancora può fare questa iniziativa, vi propongo un po’ di cifre. La canzone:
- Ha raccolto 1.183.377,35 euro, depositati sul conto corrente n° 95882221 intestato al Ministero dei Beni Culturali.
-  E’ stata venduta in 450.000 copie e, in download digitale, 74.000
-  Con i diritti autoriali ed editioriali SIAE versati da Mauro Pagani ha raccolto rispettivamente 39.357,70 euro e 29.651,66 euro

Sulle note di “Domani 21/04/09” voglio sottolineare questa frase che, secondo me, riassume l’intera iniziativa dell’Associazione.

“Ogni vita che salvi, ogni pietra che poggi, fa pensare a domani ma puoi farlo solo oggi”


venerdì 18 febbraio 2011

Sismogramma in diretta



Anche se, seduti comodi davanti ai nostri computer, non potremo mai capire ciò che le persone colpite dal terremoto in Abruzzo possono aver provato durante quegli istanti drammatici, questo video, a nostro parere, sintetizza alcuni aspetti importanti da prendere in considerazione, se si desidera provare ad immedesimarsi nella circostanza.
Infatti, solitamente, sull’argomento “terremoto” si preferisce compiere ricerche di tipo statistico, territoriale e scientifico, mentre si tralascia l’aspetto emotivo. Dalla visione di questo contributo non bisogna aspettarsi informazioni tecniche, bensì una panoramica generale dal punto di vista non solo di chi studia il fenomeno, ma anche delle vittime stesse.
Il filo conduttore è l’immagine di un sismogramma, che riproduce il movimento della terra, dai momenti appena precedenti alla scossa fino al culmine dell’intensità del sisma. Contemporaneamente scorrono alcune immagini di vita quotidiana, in particolare un momento di festa o riposo durante la notte del 6 aprile. Vengono messe perciò in evidenza la serenità e l’allegria di persone totalmente inconsapevoli di ciò che di lì a poco sarebbe successo.
La drammaticità degli istanti successivi viene sottolineata dalla colonna sonora, la canzone Post Blue dei Placebo, che accompagna le linee “impazzite” del sismogramma che registra la scossa. Le immagini che seguono sono tristemente note: le macerie, il lavoro dei vigili del fuoco, i funerali.
L’efficacia comunicativa del video consiste dunque nel toccare la sensibilità di coloro che lo guardano utilizzando diversi linguaggi, sia musicale sia visivo. In questo caso la parola scritta non è necessaria: per non rischiare di banalizzare il dolore, a volte, basta lasciar parlare le immagini.


Come parlare di terremoti - valutazione sito ufficiale INGV

Il sito dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia http://www.ingv.it/ , istituto costituito nel 1999,  raccoglie e valorizza le competenze e le risorse di cinque istituti già operanti nell'ambito delle discipline geofisiche e vulcanologiche: l'Istituto Nazionale di Geofisica; l'Osservatorio Vesuviano; l'Istituto Internazionale di Vulcanologia; l'Istituto di Geochimica dei Fluidi; l'Istituto per la Ricerca sul Rischio Sismico.
Esso è fondamentale per conoscere cosa sia un terremoto, come si sviluppi e che cosa provochi, mostrando con numerose mappe le zone colpite da terremoti  e gli effetti che questi provocano.
Il sito è efficace, ma dispersivo e senza un percorso guidato, adatto a navigatori esperti e  completo per  le informazioni, non solo sui terremoti, ma anche su vulcani, oceani  e la Terra. Nel complesso il sito è attendibile, preciso e accurato, e si nota che le informazioni sono scritte da  esperti.
Alcune delle numerose mappe (http://openmap.rm.ingv.it/gmaps/rec/Index.htm) sono complesse, non facilmente interpretabili da visitatori non esperti, anche se la maggior parte è chiara, curata con precisione, e mostra le zone più  colpite dai terremoti e quelle ad alto rischio. Una parte del sito comprende informazioni che si rivolgono anche ai bambini con una particolare sezione adatta a loro (http://portale.ingv.it/portale_ingv/faq/le-domande-dei-bambini/)  , con domande formulate proprio da loro e con risposte brevi, ma essenziali.
Importante è la parte che contiene le informazioni sulle sedi, con le vie e i numeri di telefono per contattarli in caso di necessità e per trovare una risposta esauriente ai propri  problemi, sui terremoti, sui vulcani o su condizioni climatiche particolari.
Inoltre  l'INGV gestisce alcuni musei dedicati alla geofisica e alla vulcanologia e partecipa ad eventi a scopo divulgativo. Essi sono:

Raffaele Bendandi

Nato a  Faenza il 17 ottobre 1893, morto nella stessa città il 3 novembre 1979, ricercatore che a metà del novecento provò a dimostrare scientificamente la prevedibilità dei terremoti, prendendo il considerazione il fenomeno delle maree, guidato da conoscenze astronomiche e convinto che i movimenti della crosta terrestre fossero influenzato dai moti della Luna e dei pianeti. I metodi di Bendandi non furono mai riconosciuti dalla scienza di quel tempo, ma suscitarono scalpore: emblematico fu il caso scatenato dal ricercatore che annunciò un terremoto nel 2011 a Roma (forse una bufala del web); il Corriere della Sera diede diverso spazio al ricercatore, intorno agli anni venti, addirittura  rinominò Bendandi “l’uomo dei terremoti”, poiché previde il terremoto a Sinigaglia nel 1924 e quello del Friuli del 1976.


Non solo Giuliani

Giampaolo Giuliani è diventato improvvisamente noto all’opinione pubblica nazionale dopo le dichiarazioni,  per certi versi incredibili e sorprendenti, rilasciate alla stampa subito dopo la tremenda scossa di terremoto che ha colpito L’Aquila e i paesi limitrofi al capoluogo abruzzese, il 6 Aprile 2009. Il ricercatore, infatti,  sostiene di aver elaborato un metodo in grado di prevedere le scosse sismiche con un anticipo che va dalle 6 alle 24 ore.
Questa notizia ha suscitato molto scalpore e sollevato reazioni diverse provenienti dalla comunità scientifica internazionale, che ha bollato le teorie del ricercatore come “ prive di qualsiasi fondamento scientifico” e dunque da non tenere assolutamente in considerazione. Da sempre, infatti, la scienza sostiene che sia impossibile prevedere i terremoti. Andando indietro nella storia, si scopre, tuttavia, che Giuliani non è il primo ricercatore a sostenere la prevedibilità dei terremoti: anche Raffaele Bendandi, agli inizi del ‘900, dichiarò di avere elaborato una teoria per annunciare in anticipo le scosse sismiche. Nel 1927 dovette abbandonare le sue ricerche, sia per la loro scarsa attendibilità, sia perché avrebbero potuto scoraggiare i turisti a venire in Italia.
Giuliani non è quindi il primo a sostenere tesi di questo genere. Se in Italia la sua ricerca è stata minimizzata da giornali e mezzi di informazione, in un paese ad elevato rischio sismico come il Giappone è stata presa in considerazione e sono stati avviati studi e progetti per capirne di più.
Qui un documento che accetta come vera la teoria di Giuliani sul radon:  

Emanazioni anomale di gas radon

giovedì 17 febbraio 2011

1908 - il terremoto che distrusse Messina e Reggio Calabria

Il terremoto che colpì Messina e Reggio Calabria alle 5.21 del 28 dicembre 1908 è uno degli eventi più catastrofici del XX secolo. La scossa, di magnitudo momento 7.2, XI Mercalli, fu registrata dai sismografi in tutto il mondo. Inoltre si ripeterono attività sismiche di assestamento fino al marzo dell’anno successivo.

«Stamani alle 5:21 negli strumenti dell'Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione: le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di grave.»
(Registri dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze, 28 dicembre 1908)

Il 90% degli edifici di Messina e gran parte di quelli di Reggio Calabria crollò per il sisma, fu abbattuto dalla conseguente ondata di maremoto o bruciò nei numerosi incendi delle ore seguenti; i danni furono consistenti anche nei centri abitati minori circostanti, sia in Sicilia sia nella penisola. Inoltre le vie di comunicazione e la rete elettrica furono per la maggior parte interrotte. Il numero delle vittime è drammatico: di certo non inferiore ai 90.000 individui, secondo alcune stime arriverebbe addirittura a 120.000.

«Fratelli in Cristo destatevi dal sonno andate a soccorso con zappe e leve con pane e vesti.
Nelle lontane terre dell'arsa Calabria crollano ponti e città i fiumi arretrano il corso sotto le case travolte le creature sepolte vivono ancora chissà.
Batte la campana a stormo.
Pietà fratelli, pietà.»
(Ada Negri, poesia sul terremoto di Messina e Reggio del 1908)

A Messina si trovavano già quattro torpediniere e un incrociatore della Marina Militare Italiana, con i rispettivi equipaggi a bordo: intorno alle 8 del mattino della stessa giornata i marinai riuscirono a sbarcare facendosi strada nelle rovine del porto e a prestare i primi soccorsi.

«Oggi la nave torpediniera “Spica”, da Marina di Nicotera, ha trasmesso alle ore 17,25 un telegramma in cui si dice che buona parte della città di Messina è distrutta. Vi sono molti morti e parecchie centinaia di case crollate. È spaventevole dover provvedere allo sgombero delle macerie, poiché i mezzi locali sono insufficienti. Urgono soccorsi, vettovagliamenti, assistenza ai feriti. Ogni aiuto è inadeguato alla gravità del disastro. Il comandante Passino è morto sotto le macerie.»
(Telegramma spedito al Ministro della Marina, 28 dicembre 1908)

In seguito all’invio di questo telegramma, il Governo mandò altre navi della Marina Italiana a portare aiuti; intervennero inoltre squadre di soccorso dalle flotte straniere.

Secondo alcuni genetisti, il DNA degli abitanti dei centri intorno allo Stretto potrebbe essere stato modificato dal radon, un gas radioattivo, che è comunemente presente in natura, ma che aumenta di concentrazione prima di un terremoto.

Mattia Soldani