Il terremoto che colpì Messina e Reggio Calabria alle 5.21 del 28 dicembre 1908 è uno degli eventi più catastrofici del XX secolo. La scossa, di magnitudo momento 7.2, XI Mercalli, fu registrata dai sismografi in tutto il mondo. Inoltre si ripeterono attività sismiche di assestamento fino al marzo dell’anno successivo.
«Stamani alle 5:21 negli strumenti dell'Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione: le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di grave.»
(Registri dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze, 28 dicembre 1908)
Il 90% degli edifici di Messina e gran parte di quelli di Reggio Calabria crollò per il sisma, fu abbattuto dalla conseguente ondata di maremoto o bruciò nei numerosi incendi delle ore seguenti; i danni furono consistenti anche nei centri abitati minori circostanti, sia in Sicilia sia nella penisola. Inoltre le vie di comunicazione e la rete elettrica furono per la maggior parte interrotte. Il numero delle vittime è drammatico: di certo non inferiore ai 90.000 individui, secondo alcune stime arriverebbe addirittura a 120.000.
«Fratelli in Cristo destatevi dal sonno andate a soccorso con zappe e leve con pane e vesti.
Nelle lontane terre dell'arsa Calabria crollano ponti e città i fiumi arretrano il corso sotto le case travolte le creature sepolte vivono ancora chissà.
Batte la campana a stormo.
Pietà fratelli, pietà.»
(Ada Negri, poesia sul terremoto di Messina e Reggio del 1908)
A Messina si trovavano già quattro torpediniere e un incrociatore della Marina Militare Italiana, con i rispettivi equipaggi a bordo: intorno alle 8 del mattino della stessa giornata i marinai riuscirono a sbarcare facendosi strada nelle rovine del porto e a prestare i primi soccorsi.
«Oggi la nave torpediniera “Spica”, da Marina di Nicotera, ha trasmesso alle ore 17,25 un telegramma in cui si dice che buona parte della città di Messina è distrutta. Vi sono molti morti e parecchie centinaia di case crollate. È spaventevole dover provvedere allo sgombero delle macerie, poiché i mezzi locali sono insufficienti. Urgono soccorsi, vettovagliamenti, assistenza ai feriti. Ogni aiuto è inadeguato alla gravità del disastro. Il comandante Passino è morto sotto le macerie.»
(Telegramma spedito al Ministro della Marina, 28 dicembre 1908)
In seguito all’invio di questo telegramma, il Governo mandò altre navi della Marina Italiana a portare aiuti; intervennero inoltre squadre di soccorso dalle flotte straniere.
Secondo alcuni genetisti, il DNA degli abitanti dei centri intorno allo Stretto potrebbe essere stato modificato dal radon, un gas radioattivo, che è comunemente presente in natura, ma che aumenta di concentrazione prima di un terremoto.
Mattia Soldani
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